Archive for novembre, 2010

Ma quanto amplificano queste lenti di Barlow?

sabato, novembre 27th, 2010

Tempo fa avevo cominciato a fare delle misure perchè mi sembrava che il potere di amplificazione delle mie lenti di Barlow fosse notevolmente superiore al dichiarato.

Ingenuamente ho pensato all’inizio che questa anomalia fosse da attribuire allo schema ottico del mio vecchio Mewlon, ovvero Cassegrain Dall Kirkam, con un secondario che amplifica 4x invece che 5x come nei classici Schimdt Cassegrain.

Macchè! Non era così… D’altronde come avrebbe potuto esserlo?

Tutte le mie Barlow sono della Coma (Costruzioni Ottiche di Adriano Lolli), il bravo e simpatico artigiano abruzzese. Su queste barlow non posso dire niente di negativo (sono ben conosicute anche a livello nazionale), a parte che il serraggio avviene con una sola vite invece del classico anello perimetrale. L’amico Nicola mi ha messo a disposizione per un breve test una Barlow Televue Powermate 2,5x, e così l’ho paragonata alle mie Barlow Coma 1,5x – 2x – 3x:


Nel caso del Mewlon 210 la barlow Coma 1,5x, in accoppiamento alla camera Imaging Source Dmk31 (che ha pixel da 4,65 micron), forniva una amplificazione reale pari a 1,98x portando la focale di ripresa a circa 4.800 mm. Siamo ben lontani quindi dall’amplificazione dichiarata. Esattamente il 32% in più.

Perché lamentarsi dell’incremento di focale? I motivi sono molteplici, tra i quali:

– incremento del rapporto focale/diamentro e quindi diminuzione della luminosità fotografica, con conseguente necessità di elevare i tempi di esposizione (che dovrebbero essere i più rapidi possibili nel tentativo di congelare il seeing);

– l’aumento imprevisto della focale è un problema in più quando il seeing è scadente;

– se compro una barlow con l’etichetta sopra, vorrei avere quel potere di amplificazione, invece nel caso della 1,5x mi ritrovo con una quasi 2x !!!

Certo, si parla di alta risoluzione, ma molte delle mie serate non consentono di usare oltre una barlow 1,5x (almeno… dichiarata tale!).

Cosa succede invece usando una camera differente, come la Imaging Source Dfk 21, con pixel da 5,6 micron (come le classiche webcam)?

In accoppiata al Mewlon 210 la Barlow Coma 2x fornisce 5.200 mm di focale, ovvero un 15% in più del dichiarato.

E col c11?

Con la camera Imaging Source Dmk31 (pixel 4,65 micron):

– Barlow Coma 1,5x fornisce 5.554 mm, portando il rapporto focale a f19,8. Quindi la barlow lavora come un 1,98x reale. Stesso comportamento con Mewlon 210, a dimostrazione che l’amplificazione non dipende dal telescopio e dal suo schema ottico come avevo erroneamente pensato inizialmente.

Con la camera Imaging Source Dfk21 (pixel 5,6 micron):

– Barlow Coma 2x fornisce 6.625 mm, portando il rapporto focale a f 23,6. La barlow lavora con una amplificazione del 18% superiore a quanto dichiarato;

– Barlow Coma 3x fornisce 9.342 mm, portando il rapporto focale a f 33,3. La barlow lavora con una amplificazione del 11% superiore a quanto dichiarato.

– Barlow Televue Powermate 2,5x fornisce 7.196 mm, portando il rapporto focale a f 25,7. La barlow lavora con una amplificazione del 2,8% superiore a quanto dichiarato (è precisa, è precisa…).

Conclusione? Le barlow Coma, in particolare la 1,5x amplificano più del dichiarato. La barlow Televue Powermate è ok, amplifica con un piccolissimo scarto (del tutto accademico) in più rispetto al dichiarato.

Avrei voluto anche fare un test comparativo, sicuramente posso dire che la Televue è leggermente più luminosa della Coma 2x, ma per la qualità di immagine dovrò rifare un test più accurato e più in la…

Guida fuori asse… ancora con sta rottura?

mercoledì, novembre 24th, 2010

Dopo aver usato con insoddisfazione la guida fuori asse ai tempi del c8 (la Celestron radial guider), ho approfittato della gentilezza dell’amico astrofilo Edoardo per provare una nuova guida fuori asse: la Lumicon Giant Easy Guider.

E’ uno strumento molto diverso dalle radial guider della Celestron, ed in effetti pensavo di riuscire a beccarci una stella guida così da autoguidare con la camera ccd Imaging Source. Prisma di grosse dimensioni, compressione variabile a f6,4 e f4… meglio di così!

Così bel bello mi metto una serata della scorsa settimana di buona volontà, collego il tutto…


e paf! Niente! Non si vede nulla con l’oculare. Provo con la camera, idem. Provo con la prolunga, niente di niente.

Provo allora la mattina di giorno a puntare un oggetto terrestre ben in luce. A parte la vignettatura evidente in fotocamera (e la mia 350d è una aps-c, figuriamoci con una full frame) il fuoco è lontanissimo e non me lo spiego. Impossibile andare a fuoco dal lato del prisma di guida, anche traslandolo.

Questa guida fuori asse è un mistero, sulla carta era perfetta. A parte il peso, visto che è davvero molto grossa, e per bilanciare il c11 sulla eq6 ho dovuto mettere un contrappeso sulla barra Losmandy altrimenti addio… impossibile bilanciare in declinazione.


Ora la farò riprovare al mio amico, comunque si conferma la mia allergia alle guide fuori asse!

Non che volessi fare astrofotografia deep sky col c11… ma una provetta non guasta mai 😉

Si torna a fare un pò di luna…

venerdì, novembre 19th, 2010

Sabato 13, prima di partire per l’astrofest a Erba, ho pensato bene di sfruttare la serata con cielo sereno.

In effetti è stata la prima serata con il nuovo C11 in alta risoluzione sulla luna (che da sempre è il mio soggetto preferito).

Provo inizialmente un mosaico, ma il seeing non mi era sembrato proprio un granché (al solito, cliccando sulle immagini è possibile visualizzarle a dimensione piena e con i dati di ripresa):


(ho dovuto fare un piccolo resize per contenere le dimensioni).

Poi sono passato a scandagliare un pò la luna a focale maggiore alla ricerca di formazioni interessanti lungo il terminatore.

Un pò di giochi di ombre sul cratere Abateginus:


Il cratere Aristotele:


I crateri Cyrillus e Theophilus:


Il cratere Hipparcus:


Il cratere Maurolycus:


I monti Caucasi, con un bel gioco di ombre che danno un’idea della loro altezza:


Le rime Hyginus e Triesnecker


Il cratere Sacrobosco:


I crateri Stofler e Faraday:


Morale della favola: il C11 in postazione fissa si comporta bene, la notevole apertura mi consente di tenere tempi di esposizone praticamente doppi rispetto a quando avevo il Mewlon 210. La forza bruta dei 28 cm vince sulla qualità ottica straordinaria ma con apertura molto più modesta di 21 cm.

Nota un pò negativa dalla barlow Coma: la qualità è buona, però il fattore di moltiplicazione è ben lontano dal 1,5x dichiarato, la moltiplicazione effettiva è in effetti quasi 2x…

Condensa? Palla al centro e vai!

lunedì, novembre 8th, 2010

L’altro giorno riponendo gli strumenti ho provato la fascia anticondensa perchè mi sembrava strano che reggesse asciutta per così poco tempo la lastra del c11.

In effetti sentendola al tatto la fascia era tiepida, anche provando l’attacco a 12v diretto del controller o a potenza 100%. Lo strano era che il cavo del connettore accendisigari si scaldava parecchio.

Apro il connettore et voilà!


Porca miseria, il cavo del positivo si era dissaldato!

2 minuti, metto mano al saldatore e via. Riprovata la fascia ora il calore generato è notevolmente superiore (bè… ora la corrente passa come dovrebbre…), al punto che a piena potenza la fascia scotta 🙂

Ora mi dovrebbe tenere il c11 spannato anche senza paraluce, alla prossima notte serena si prova 😉

Umidità vs. c11…

domenica, novembre 7th, 2010

Bè sono passate le prime notti e ho cominciato ad assaggiare questo tubo. Tanta luce in più grazie alla sua apertura di 28 cm… posso cominciare a tirare le somme, ma prossimamente butterò giù le mie impressioni in forma più completa.

Risolto il problema acclimatamento (tubo sempre in terrazza), che era la cosa peggiore, ora all’orizzonte c’è il problema dell’appannamento della lastra dovuto all’umidità. Pensavo che la fascia anticondensa a potenza 100% fosse sufficiente, ma mi sbagliavo di grosso:


Bastano 10-15 minuti per avere una situazione come nella foto, ovvero drammatica 🙁

Col c8 e col c9,25 le cose andavano meglio, ovviamente perchè la lastra frontale era più piccola.

Dovrò integrare la protezione con un paraluce, ma penso che non sarà sufficiente: mi toccherà spannare la lastra col phon, con tutte le problematiche ne derivano…

Certo Pescara è una città umida visto che è sul mare ed è attraversata dal fiume, mi toccherà ingegnarmi un pò… un bel pò!