Archive for aprile, 2012

Il bilanciamento del bianco nelle reflex con filtro modificato

domenica, aprile 8th, 2012

Era da tempo che volevo fare una piccola prova empirica con le mie due reflex: una Canon Eos 350d modificata con filtro Baader Acf e una Canon Eos 40d.

Piccola premessa: è da qualche anno che le reflex digitali vengono impiegate con successo per le riprese astronomiche a lunga posa di oggetti del cielo profondo. Rispetto alle tradizionali macchine a pellicola hanno rivoluzionato l’attività degli astrofili. Basti pensare alla possibilità di visualizzare immediatamente dopo lo scatto le immagini riprese. Inoltre, giusto per dirne una, il sensore delle camere digitali non soffre del difetto di reciprocità della pellicola.

Naturalmente non è tutto rose e fiori: le reflex digitali nelle lunghe pose hanno un rumore termico notevole in quanto il sensore non è raffreddato. Ma tutto è modificabile… non mi dilungo ulteriormente perchè sono argomenti con cui potremmo riempire libri! L’anno scorso sono comunque passato a una camera ccd, che ha prestazioni superiori… ma questo è un altro discorso 🙂

Generalmente la modifica più diffusa tra gli astrofili è la sostituzione del filtro ir – cut (taglia infrarosso) posto davanti il sensore. Infatti il filtro di serie taglia gran parte delle lunghezze d’onda del rosso, in particolare quella dell’H-Alpha presente nelle nebulose ad emissione. Questo perchè occorre mantenere un certo bilanciamento cromatico per la fotografia trazionale.

Uno dei filtri più utilizzati per la sostituzione è il Baader Acf, che ho installato anche io sulla mia 350d. Questo è il grafico di trasmissione fornito dalla Baader:


Il guadagno, come si vede, è molto elevato. Io stesso ho rilevato sul campo un aumento davvero sensibile.

Però veniamo al nocciolo di questo post: è possibile continuare ad utilizzare una reflex digitale così modificata anche per la fotografia “tradizionale”? La domanda si pone anche perchè Canon ha prodotto anni fa la Eos 20da che aveva di serie un filtro del genere, modificato per la ripresa astronomica, e che funzionava anche in fotografia diurna. Addirittura ora ci riprova con l’uscita della nuova Eos 60da. Però a suo tempo notai che la 20da aveva una sensibilità nel rosso maggiore rispetto alla camera normale (20d), ma notevolmente inferiore a quelle con filtro modificato come la mia. E l’attuale 60da? Facendo due conti non mi sembra che sia un grande affare, perchè pare che la camera abbia un costo di circa 1.400 euro solo corpo. Acquistando la versione normale a circa 800 euro, il filtro a circa 80 euro più il montaggio presso un centro assistenza Canon (in garanzia) non arriviamo ai 1.000 euro. L’unico motivo valido potrebbe essere la funzionalità su entrambi i fronti, foto astromiche e tradizionali, ma bisogna vedere la trasmissione di questo filtro (e qua nutro dei dubbi e sono molto curioso per la resa).

Comunque, questo è un esempio pratico. Ho usato su treppiede le mie camere con l’obiettivo Canon Efs 10 – 22 chiuso a f8, iso 100:


Cliccando sull’immagine sarà possibile visualizzarla a schermo intero.

Ora si può notare subito che la 350d modificata, col bilanciamento del bianco in automatico, produce un’immagine dai colori assolutamente sfalsata. Spesso ho sentito dire da altri astrofili che è sufficiente un bilanciamento del bianco manuale per ottenere colori naturali. Posto che la fotografia tradizionale ha molte sfaccettature, e al cambiare delle condizioni di luce, uso del flash, ecc. ecc. le carte in tavola cambiano radicalmente e spesso continuamente. Per cui ritengo sia infattibile andare in giro con un cartoncino e bialnciare di volta in volta il bianco… Comunque, una volta bilanciato il bianco manualmente, dal mio esempio non pare proprio che i colori siano ok.

Infatti il cielo e le piante hanno una tinta sensibilmente differente rispetto alla realtà. Per cui ritengo che una reflex digitale, una volta modificata, sia una camera da dedicare esclusivamente alla fotografia astronomica. Per chi desidera una camera unica, bisogna scendere al compromesso Canon, minore sensibilità al rosso (ma comunque superiore alla camera classica), e maggiore costo.

Marte: opposizione 2012

domenica, aprile 1st, 2012

Quest’anno per l’opposizione di Marte il meteo è stato un pò inclemente, ma per fortuna una discreta nottata l’ho beccata il 16 marzo, a quasi due settimane dal massimo avvicinamento del pianeta. Rispetto alle opposizioni degli anni scorsi Marte ha mostrato un diametro angolare inferiore ai 14″. E’ stata infatti una opposizione perielica, con il pinaeta a una maggiore distanza rispetto alle opposizioni afeliche, quando raggunge distanze notevolmente inferiori: mi ricordo ancora bene l’opposizione del 2003, quando Marte esibì un diametro angolare superiore ai 25″ 🙂

Ma per fortuna la tecnologia viene in aiuto a noi astrofili, in quanto telescopi di maggior diametro e camere sempre più sensibili e veloci permettono di ottenere risultati molto interessanti. Per esempio questa opposizione mi ha stupito per la quantità di nubi presenti e ben visibili sul globo di Marte, che sono riuscito a catturare col fido C11 e la ccd Basler.

Come al solito, cliccando sulle immagini sarà possibile visualizzarle a maggiore risoluzione.

Inizialmente ho lavorato solo con la barlow 2x, mi hanno stupito le formazioni nuvolose così ben visibili:


Il bilanciamento del colore è piuttosto difficoltoso, in ogni caso ho provato anche il filtro irpass:


Il risultato delle quadricromie non mi è piaciuto per nulla. Col senno di poi meglio un rgb classico, da fare senza perdere tempo con l’infrarosso. In ogni caso, sempre per lo spirito di sperimentazione che ho, ho composto l’infrarosso al posto del rosso. Sono poi passato ad aumentare la focale aggiungendo una prolunga alla barlow da 4 cm, con un calcolo approssimativo la focale dovrebbe essere sui 7,9 metri e il rapporto di apertura f 28,3. Credo che sia stata la focale più indicata per la serata. Il frame rate cala, ma la campionatura per il mio c11 con basler e pixel da 3,75 micron credo sia quella ottimale:



Visto che la serata era promettente ho spinto con una ulteriore prolunga di 4 cm, per un totale di 8 cm. Focale equivalente di 9,55 metri e rapporto focale f 34,2. Forse è un pò spinta, il frame rate cala vistosamente, ma sempre a livelli più che adeguati, questa basler la trovo davvero sensibile. Certo forse sarebbe stato meglio impiegare questa focale con un seeing migliore, ma facciamo alta risoluzione e un minimo dobbiamo osare:


Non ho trovato utile l’apporto dell’infrarosso, che a questo rapporto di apertura sfalda parecchio i dettagli.





In ogni immagine ho fatto un bilanciamento colore leggermente diverso, in alcune le formazioni nuvolose sono più evidenti.

Inoltre per curiosità sono andato a vedermi i marte delle scorse opposizioni: la calotta polare si è ridotta parecchio in dimensioni:


2 anni fa era così. Poi a guardare la ripresa di due anni fa con camera e telescopio differente mi rendo conto del balzo tecnologico fatto in così poco tempo. E anche il diametro ci mette del suo.

Naturalmente ho cercato di riprendere anche saturno ma era basso, la foschia mi teneva inchiodato a un frame rate di circa 7 fps con 150-160 adu ma il seeing era scadente col pianeta basso circa 30°. Nel prosieguo della serata il seeing è peggiorato drasticamente.

Per finire il riassunto delle condizioni meteo:

– gennaio, 12 notti serene, tutte con seeing tra lo scadente e il mediocre;

– febbraio, 9 notti serene, tutte con seeing tra lo scadente e il mediocre;

marzo, 15 notti serene, di cui una con seeing buono.