Astronomik UHC-E

Ho preso questo filtro qualche tempo fa leggendo un articolo di un astrofilo (di cui purtroppo non ricordo il nome) e notando discreti benefici in fotografia.
Ho così acquistato la versione da 2″.
Ma nel visuale come rende?
Le prime osservazioni non mi hanno soddisfatto, ma analizzando a fondo e con più tempo a disposizione devo dire che il filtro fa il suo (piccolo) lavoro anche nelle osservazioni.

Una importante premessa.
La visione degli oggetti del cielo profondo dalla città è praticamente preclusa. E’ molto meglio un telescopio di piccolo diametro sotto un cielo buio che un diametro medio grande dalla città!
Ricordo molto bene come fosse migliore la visione con l’etx90 da 1.500 mt piuttosto che da casa col c8…
In ogni caso capisco benissimo che spostarsi con l’attrezzatura e fare decine (o centinaia) di km per un cielo buio non è cosa da tutti i giorni: liberarsi dagli impegni di lavoro e personali, maltempo, luna, ecc. oltre alla fatica fisica di spostare l’attrezzatura non è una passeggiata.
Ma ne vale la pena.
I filtri di qeusto tipo sono un palliativo per potersi dilettare un pò da casa, così li vedo io.

Ho provato il filtro da casa, in una sera di fine settembre. Inquinamento luminoso molto elevato, polare a malapena visibile, ovviamente m31 non visibile ad occhio nudo (appena appena in un cercatore da 50 mm).
Ne approfitto per riportare delle brevi considerazioni anche su alcuni oculari di classe economica.
Ho usato un diagonale da 2″ Antares a specchio, riflettanza dichiarata 98%.
Il primo telescopio utilizzato è stato un rifrattore acromatico 127/1200 per verificare se il filtro avesse una sua utilità anche con diametri esigui.
Prima di tutto ho verificato come il filtro cambiasse la tonalità del colore sulle stelle. Puntata Altair, bianca e con un visibile ma non fastidioso cromatismo che creava un debole alone azzurro.
Inserito l’Uhc E il colore cambiava drasticamente: altair appariva verde con leggero alone rosso. Il fondo cielo era più scuro ma si perdevano diverse stelle di campo.
Con Vega il discorso è lo stesso, ma essendo ancora più luminosa il cromatismo era più visibile ed i cambiamenti di tonalità relativi al filtro più marcati.
Breve disamina sugli oculari usati: il gso 42 ha un campo sfruttabile intorno al 70%, poi le aberrazioni diventano marcate. Il meade sp 26 ha un campo inferiore ma leggermente più corretto, ed il gs0 20 mi pare avere una correzione leggermente migliore dell’omonimo da 42 mm di focale.
I gso sono oculari economici, costano una manciata di deca, ma come dirò in seguito, sul c8 rendono meglio.

Ho puntato m31. Con il gs0 42 appare come una debole macchiolina sfocata e se ripenso a come si vede da cieli bui…
Questo è un oggetto stupendo ma dalla città è solo una macchietta misera, si vede il solo nucleo appena accennato, come fosse una stella di 2-3 magnitudine sfocata.
Con l’Uhc E il fondo cielo è più scuro, si vede qualcosa di più oltre al nucleo, si avverte più contrasto, lieve migliroamento nella visione generale.
Con il sp 26 la visione è più contrasta rispetto al gso. Si vede un leggero alone attorno al nucleo, con il filtro si intravede la forma ellittica, più contrasto.
Con il gso 20 si vede meglio (merito del maggior ingrandimento che scurisce il fondo cielo) e si nota la forma ellittica anche senza filtro.
Usando l’Uhc E il contrasto tra il nucleo e la parte esterna (che rimane un alone debolissimo) è più netto.

Direi quindi che anche su un diametro ridotto l’Uhc E migliora la resa, ed inoltre su stelle di magnitudine non elevata il cambiamento di colore visibile su Vega e Altair è praticamente nullo.

E ora un test volutamente cattivo su m13, che ormai è davvero basso ed immerso su un fondo cielo lattiginoso.
Con il gso 42 è una macchia pallida, ma usando il filtro le cose non migliorano, il fondo cielo è più scuro e ciò aiuta a staccare e contrstare meglio l’ammasso dal fondo cielo.
Il sp 26 da più contrasto grazie al maggior ingrandimento, ma solo con il filtro si capisce che siamo di fronte ad un ammasso globulare (anche qui la visione dalla montagna è molto diversa, da mozzare il fiato).
Usando il gso 20 la visione migliora leggermente ma non si staccano ancora le zoen periferiche , mentre col filtro il miglioramento è molto leggero per quanto riguarda il contrasto.

Smonto il rifrattore e carico il c8 e punto gli stessi oggetti. Gli oculari gso come dicevo rendono meglio, il campo sfruttabile è maggiore, quasi l’80-90%non è affetto da significative aberrazioni, e questo mi stupisce non poco considerando che il loro costo è di 60-70 euro.
La farò breve. A causa del divario di apertura (200 mm contro 127) c’è più dettaglio in generale (nettamente) ma il filtro da l’impressione di lavorare meglio con gli oculari che danno minor ingrandimento per quel che riguarda le sue proprietà di scurire il fondo cielo.
Il divario con e senza si attenua scendendo la focale degli oculari.
Seguirà una prova in futuro con la eos305d.