6 aprile: il disastro.


Ore 3.32. Mi sveglio di soprassalto dal mio letto che incomincia a frullare. Il lampadario sembra impazzito. La scossa violenta dura alcune decine di secondi, sono impietrito dal terrore e solo le urla di mia madre riescono a farmi alzare e correre in corridoio. Ma questo è stato niente rispetto a quanto abbiamo appreso la mattina seguente.

Un evento sconvolgente.

Chi avrebbe mai immaginato tutto questo? Il terremoto che ha devastato L’Aquila e i paesi vicini ha prodotto danni sconvolgenti, centinaia di morti, migliai di feriti e un numero imprecisato di sfollati.

Mi stringo umanamente ai fratelli della provincia aquilana, a tutti i miei amici astrofili che vivono in quella zona e che per fortuna hanno potuto salvare la propria vita e quella dei familiari.

Purtroppo per la popolazione già duramente provata le scosse sono continuate anche in questi giorni, tanto da sentirsi anche qui a Pescara.

Una tragedia indicibile.

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